Ottavo appuntamento con #letturedalibraia.
Non sai che cos’è? È una rubrica bimestrale (questa volta trimestrale) in cui scrivo brevemente delle mie letture, da libraia-lettrice a lettore. Non sai chi sono? Lo spiego qui.
Mesi di cambiamento, nuova sede, nuovo inizio, troppe cose da fare. Così, questa volta faremo un resoconto delle letture degli ultimi tre mesi, invece dei classici due. Cosa ha letto la nostra Greta in questi mesi? 3 graphic novel e 4 romanzi.
Café Royal
di Marco Balzano
Una novità editoriale molto chiacchierata di un autore contemporaneo italiano che per molti è ormai una certezza
Un bar nel centro di Milano al tempo della pandemia da Covid, tante vite che ci ruotano intorno: c’è Federico, medico di base in preda allo sconforto, Gabriele, innamorato di uno sconosciuto ma incatenato dalla paura nell’incurabile solitudine del lockdown, Betti, mamma di tre figli adulti che vogliono avere il controllo su di lei, Veronica e il suo amore clandestino con Luca… Sono molti gli sguardi che incrocerete tra le pagine di questo libro, sguardi che vi faranno pensare alla vostra vita, alle esperienze che ci cambiano e ci rendono versioni migliori o peggiori di noi stessi.
Mi è piaciuto perché: le singole storie si intrecciano a maglie strette tra loro, ma riescono a far entrare nella rete anche il lettore, che si trova a riflettere sui propri comportamenti e sulle conseguenze che questi ultimi hanno sugli altri. Il modo in cui è costruito il libro mi ha ricordato “Il rosmarino non capisce l’inverno” di Bussola, di cui avevo parlato qui.
Parlarne tra amici
di Sally Rooney
Un romanzo sull’amore e l’amicizia nel ventunesimo secolo
Il romanzo, narrato in prima persona dalla giovane e promettente Frances, ruota intorno alle vicende di quattro protagonisti: Frances, Bobbi (sua migliore amica, nonché ex), Melissa e suo marito Nick. Tra loro si instaurano delle relazioni sentimentali e/o intellettuali non sempre caratterizzate da contorni nitidi, che permettono all’autrice di toccare temi come il femminismo, il dialogo e i fraintendimenti dei nostri giorni, la sessualità, la salute mentale, in un groviglio di pensieri e parole che raccontano il contemporaneo.
Mi è piaciuto perché: come in “Persone normali”, che ho sicuramente apprezzato di più, Sally Rooney sa parlare ai giovani adulti (e non solo) e toccare le corde giuste senza dover ricorrere a colpi di scena o artifici retorici eclatanti.
Il curioso caso di Benjamin Button
di F. S. Fitzgerald – adattato da Nunzio De Filippis e Christina Weir, illustrato da Kevin Cornell
La versione graphic novel di un classico reso immortale dal film di David Fincher
Per Benjamin Button la vita scorre al contrario: nasce già anziano in un giorno d’estate del 1860 e poi comincia a ringiovanire, muovendosi controcorrente rispetto alla Storia.
Mi è piaciuto perché: riprende una storia breve di un grande autore del ‘900 americano in modo simpatico ma allo stesso tempo malinconico. Traspare una sorta di black humor, che non mancava di certo a Fitzgerald, il quale considerava questo testo il suo racconto più divertente.
Groenlandia Manhattan
di Chloé Cruchaudet
Una graphic novel di qualche anno fa edita da Coconino Press
Ci troviamo nelle terre più estreme della Groenlandia alla fine del 1800. L’esploratore americano Robert Peary fallisce l’ennesimo tentativo di piantare la bandiera del suo paese al Polo Nord, nonostante l’aiuto degli Eschimesi, ma poiché non potrebbe mai rientrare a mani vuote dalla missione, decide di portare in patria dei souvenir “viventi”, veri “selvaggi polari” in carne e ossa. Il più piccolo tra di loro, Minik, è solo un bambino.
Mi è piaciuto perché: il punto di vista della narrazione e la scelta di raccontare a corredo dell’opera la storia vera da cui è tratta sono i due punti di forza del libro, che sa lasciare il segno e incuriosire il lettore a informarsi su questa vicenda storica poco nota.
La malnata
di Beatrice Salvioni
Un esordio dirompente sulla scena internazionale
Sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il corpo di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e seminude. È la piccola Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lì. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna alzata, le gambe graffiate e sporche di fango. Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in città la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola Malnata.
Mi è piaciuto perché: è una storia di amicizia molto coinvolgente, in cui il periodo storico del fascismo è reso in maniera vivida e i personaggi sono descritti magistralmente, tanto che alla fine sembra di averli conosciuti. La trama scorre piacevolmente e la lettura corre rapida fino all’ultima pagina.
Papaya Salad
di Elisa Macellari
La graphic novel d’esordio della giovane illustratrice italo-thailandese
La storia si ispira alla vita dello zio Sompong, che dalla Thailandia venne in Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Uomo mite e risoluto, alla ricerca del suo posto nel mondo, che racconta la sua storia con la voce ferma e pacata di chi sa di essere stato al cospetto della Storia e di essere riuscito a navigarla per giungere alla propria destinazione. Il racconto si snoda in capitoli scanditi da una preziosa ricetta di famiglia, quella della Papaya Salad. Il cibo, identità culturale, richiama i ricordi del prozio per tramandarli alle nuove generazioni e diventa esperienza da condividere tutti insieme a tavola nella riunita famiglia italo-thailandese dell’autrice.
Mi è piaciuto perché: è sempre straordinario conoscere nuovi mondi e culture attraverso la lettura di un libro, come accade con questa opera prima. Graficamente, la cura di Bao è ineccepibile: la copertina del libro è verde, e il taglio delle pagine è dipinto di uno speciale Pantone arancione, come a ricordare una papaya.
Tre volte all’alba
di Alessandro Baricco
Un libriccino con meno di 100 pagine che resterà impresso nella vostra memoria
Tre racconti slegati tra loro in cui un uomo e una donna si incontrano: sono sempre loro, ma allo stesso tempo non lo sono. Le tre vicende, caratterizzate da dialoghi molto spesso improbabili, si svolgono nell’arco di una notte e terminano allo spuntare dell’alba.
Mi è piaciuto perché: Baricco, che molto spesso mi capita di associare a Murakami, sa creare delle immagini resistenti allo scorrere del tempo, dosando le parole per lasciare al lettore il piacere di collegare i puntini. Come molti altri dei suoi libri, è difficile riassumerne la trama o tentare di spiegarne le qualità, bisogna leggerlo.
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